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Arancia meccanica (A Clockwork Orange) è un film del 1971 diretto da Stanley Kubrick.
Tratto dall'omonimo romanzo distopico scritto da Anthony Burgess nel 1962, è considerato un film di culto, prefigurando - appoggiandosi ad uno stile fantascientifico sociologico politico - una società votata ad una esasperata violenza (giovanile, ma non solo) e ad un condizionamento del pensiero. Cocktail di generi (fantascienza, drammatico, erotico, grottesco, thriller).
Descrizione
Forte di quattro nomination agli Oscar del 1972 come miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura non originale e miglior montaggio, presentato lo stesso anno alla Mostra di Venezia, Arancia meccanica è rimasto nella storia del cinema - oltre che come fonte di citazioni letterarie e iconografiche - anche grazie al contributo, nella parte non originale, della colonna sonora. Essa recuperava, fra le altre, musiche classiche molto conosciute di Rossini e Beethoven, accentuando la chiave visionaria e onirica del film. Decisivo per la riuscita del film, anche l'apporto di Malcolm McDowell nel ruolo di Alex, pronto e disponibile a tutto, al punto che s'incrina una costola e subisce l'abrasione delle cornee durante le riprese del film.
Quando fu distribuita sul circuito cinematografico, all'inizio degli anni settanta, la pellicola destò scalpore (con una schiera di ammiratori pronti a gridare al capolavoro ma anche con una forte corrente di parere contrario) per il taglio originale e visionario adottato nella narrazione, che faceva ricorso in maniera iperrealistica, ma anche senza indugi speculativi, a scene di violenza.
Il doppiaggio della versione italiana del film venne supervisionato dallo stesso regista e diretto da Mario Maldesi, che curerà da quel momento in avanti tutte le versioni italiane dei film di Kubrick assieme all'autore dei dialoghi Riccardo Aragno. Il doppiaggio venne affidato a celebri attori di teatro: si ricordano Adalberto Maria Merli, Oreste Lionello, Paolo Modugno, Luigi Diberti, Gianni Bonagura e Romolo Valli.
Il film è stato trasmesso per la prima volta nella televisione italiana il 25 settembre 2007 su LA7 dopo 36 anni dall'uscita cinematografica, andando in onda in seconda serata essendo stato abbassato il divieto ai minori dai 18 ai 14 anni; prima della messa in onda la pellicola è stata introdotta dal documentario "La meccanica dell'arancia". L'editrice Einaudi si occupo' della traduzione dell'originale manoscritto intitolando Arancia meccanica anche le successive ristampe del romanzo la cui traduzione, compresa la reinvenzione del gergo Nadsat, era stata affidata a Floriana Bossi, e tutte le traduzioni poi vennero in uso nel film per il titolo ed i contenuti.
Titolo
Il titolo originale in inglese, A Clockwork Orange, è una frase Cockney originariamente utilizzata comunemente nell'East London.
La frase inglese indica qualcosa di bizzarro internamente, ma che appare normale e naturale in superficie. Nel 1986 Burgess nel suo saggio A Clockwork Orange Resucked, chiarì questo concetto scrivendo che una creatura che può solo fare il bene o il male ha l'apparenza di un frutto amabile caratterizzato da colore e succo, ma in effetti internamente è solo un giocattolo a molla pronto a essere caricato da Dio, dal Diavolo o dallo Stato onnipotente, e a far scattare la propria violenza, appunto, come un mero e semplice congegno meccanico caricato a molla.
Nel romanzo, a differenza che nel film, viene espressamente precisato più volte come A Clockwork Orange fosse il titolo del testo a cui stava lavorando lo scrittore F. Alexander, vittima della visita a sorpresa.
Londra, in un futuro indefinito: Alex, appassionato cultore della musica di Beethoven, è il capo di un quartetto di giovani teppisti abituati a commettere violenze di ogni tipo. Alla lunga, esasperati dal suo atteggiamento dispotico, i suoi compagni lo tramortiscono e lo lasciano nelle mani della polizia. Condannato e imprigionato, Alex si vede offrire una chance di libertà: in cambio, dovrà sottoporsi a una terapia sperimentale chiamata “cura Ludovico”...
Partendo dal romanzo di Anthony Burgess, Kubrick traccia un affresco senza redenzione di una società futuribile ma assai prossima, massificata e kitsch, controllata da un potere subdolo e onnipresente.
Riprese
Con un budget di soli 2,2 milioni di dollari e una piccola troupe, Kubrick detiene il controllo totale del progetto e come compenso ha diritto al 40% degli incassi. A differenza dei suoi film precedenti, Kubrick decide di avere un approccio più caotico; a volte lo stesso Kubrick con la cinepresa sulla spalla si posizionava sulla scena per riprendere in prima persona. Il regista inoltre fa un grande uso del grandangolo, che esaspera le prospettive. Il critico Roger Ebert affermò nella sua recensione del film che la tecnica di Kubrick che si nota di più è appunto il grandangolo: esso è usato sugli oggetti abbastanza vicini allo schermo, e questa inquadratura tende a distorcere i bordi delle immagini.
Location
Kubrick decide di girare molte scene di Arancia meccanica in location a Borehamwood: sono state usate delle piccole stanze di una fabbrica per costruire le ambientazioni del Korova Milk Bar e della prigione, mentre la strada dove scorrazzano i drughi è anch'essa a Borehamwood; tutto si svolgeva al massimo a 2-3 chilometri da casa di Kubrick, tranne l'università dove sono state girate le scene della cura Ludovico.
Accoglienza
Arancia meccanica esce una prima volta nel dicembre del 1971 negli Stati Uniti, in un'anteprima assoluta a New York, ma l'accoglienza è al di sotto delle aspettative di Kubrick e della Warner Bros.; dopo le revisioni del regista il film incassa solo negli Stati Uniti 26 milioni di dollari (ne era costati solamente 2).
In Italia
In Italia Arancia meccanica viene presentato alla Mostra del cinema di Venezia nel 1972; tra le istituzioni e tutte le ali politiche dell'epoca vi è una generale indignazione. Fu attaccato duramente dalla censura per la rappresentazione di temi di violenza esplicita e per questo fu vietato ai minori di 18 anni fino al 2007, quando il limite di età fu abbassato a 14 sicché la pellicola potesse essere trasmessa in televisione. La colonna sonora ha avuto grande successo. Il film ha avuto una riedizione nelle sale nel 1982 e nel 1998.
Critica
All'uscita il film ebbe elogi da parte di Federico Fellini e Akira Kurosawa.
Secondo Gianni Riotta, giornalista, Arancia meccanica è un capolavoro a livello narrativo e cinematografico perché anticipa i problemi del ventunesimo secolo:
« [Arancia meccanica] Vede con grande anticipo quello che sarà il problema della nostra epoca e che è sicuramente un problema più del ventunesimo secolo che non del ventesimo secolo. Quelli del ventesimo secolo si basavano sull'ideologia: ho un'idea e quindi t'ammazzo; quelli del ventunesimo secolo si basano sul nichilismo: non ho nessuna idea e quindi ti ammazzo. » |
Achille Bonito Oliva, critico d'arte, afferma che Kubrick riesce a profetizzare anche il pericolo di una violenza "estetizzante":
« Kubrick profetizza anche la pericolosità di una violenza "estetizzante" anzi, la rappresenta, ce la mette sotto gli occhi, utilizzando la Nona di Beethoven e Rossini: una violenza a ritmo di musica. » |
Inoltre, sempre secondo Oliva e il giornalista Andrea Purgatori, Kubrick nel film espone non le soluzioni, ma solo i problemi; proprio in questo, secondo Oliva, si trova la grandezza stoica e laica del regista.
Il Morandini, dizionario di recensioni cinematografiche di Laura, Luisa e Morando Morandini, afferma che:
« Dei 3 film di Kubrick che si possono considerare fantascientifici [Arancia meccanica] è il più violento e quello in cui parla più del presente, appena caricato di connotazioni future. Come gli altri due, è una favola filosofica che illustra con geniale lucidità il suo discorso sulla violenza e sul rapporto tra istinto e società anche se nemmeno lui, pur nel suo palese sforzo di stilizzazione grottesca, si è sottratto ai rischi che si corrono al cinema nell'illustrazione della violenza. » |
Temi
Il messaggio di Kubrick è ironicamente pessimista: secondo il regista le nuove generazioni ottengono ciò che vogliono semplicemente prendendoselo; questo fanno il protagonista Alex De Large e i suoi drughi.
Kubrick affronta in Arancia meccanica il tema della contrapposizione tra la bestialità dell'uomo e quella più strutturale organizzata delle istituzioni, riflettendo la realtà, e i contrasti, del mondo dell'epoca: le lotte tra destra e sinistra estreme; le idee dei giovani contrapposte a quelle delle generazioni precedenti; gli ideali di pace e libertà e la guerra del Vietnam, o la Primavera di Praga.
Kubrick inoltre, rappresentando spesso la donna come oggetto, vuole fare una critica ai mass media del tempo: le pubblicità infatti stavano iniziando ad usare l'immagine della donna in questo senso.
Estetica
Il riferimento estetico più diretto del film è la pop art, con riferimenti a Piet Mondrian e alla optical art (esempi ne sono la casa di Alex e dello scrittore Alexander); si possono trovare però molti altri riferimenti, tra cui alcuni verso l'opera di Roy Lichtenstein e Constantin Brâncuşi.
L'arredamento degli interni è, secondo l'architetto Massimiliano Fuksas, di transizione tra anni sessanta e anni settanta, tendente verso questi ultimi:
« L'arredamento degli interni è un arredamento molto di transizione: è molto più anni '60 che anni '70, fine anni '60-anni '70. [...] È una casa borghese questa qui, non è la casa borghese con tutto il decoro della casa borghese, ma diventa la casa borghese di gente che vivono una cultura contemporanea, che conoscono le grandi mostre, le grandi esperienze visive che si facevano. » |
L'estetica del film presenta chiari riferimenti sessuali, che vanno dalla scultura di ceramica in casa della donna dei gatti ai gelati che le due ragazze al bancone del negozio di musica stanno leccando; infatti, secondo Kubrick, niente riesce a risvegliare lo spettatore dal torpore meglio del sesso; per questo nel film la donna spesso è ridotta ad oggetto, oltre allo scopo di voler criticare la tendenza che la pubblicità stava assumendo per quanto riguarda l'uso dell'immagine del corpo femminile.
La creazione dei costumi è affidata a Milena Canonero. La Canonero, in accordo con Kubrick, decide che i costumi dei drughi debbano essere un incrocio tra la divisa di un poliziotto e di un supereroe perverso; decide così di farli bianchi: il bianco, che rappresenta sia la purezza, ma anche l'asetticità, la malattia e il cadavere. Secondo Elio Fiorucci, Kubrick ha giocato con l'immagine ed il vero contenuto delle cose; il bianco, che trasmette purezza e sicurezza, è in realtà un bianco "degenerato"; esempio ne è anche il latte, che è bianco e trasmette sicurezza, ma in realtà è degenerato, poiché all'interno vi sono delle droghe:[11]
« Lui [Kubrick] ha preso questo bianco, che dovrebbe essere sicurezza e purezza, e lo ha usato per dire la degenerazione del bianco [...] Il bianco degenerato, il bianco infatti del latte degenerato perché contiene la LSD. C'è questo gioco di equivoco e malinteso sull'immagine e su quello che è invece il contenuto reale delle cose. Allora il bianco nel latte, che è rassicurazione perché non c'è niente più rassicurante del latte, però nel latte guarda caso hanno messo una droga micidiale. » |
Per la scena di violenza ai danni della Signora Alexander, la quale calzamaglia viene tagliuzzata dalle forbici per mano di Alex, Canonero ha dovuto confezionare numerosi capi simili in quanto la scena è stata provata diverse volte.
Riconoscimenti
Vinti
- Hugo Awards 1972:
- Migliore rappresentazione drammatica
- New York Film Critics Circle Awards 1971:
- Miglior film
- Miglior regista - Stanley Kubrick
Nominato
- Premi Oscar 1972:
- Oscar al miglior film
- Oscar al miglior regista - Stanley Kubrick
- Oscar alla migliore sceneggiatura non originale - Stanley Kubrick
- Oscar per il miglior montaggio - Bill Butler
- BAFTA Awards 1973:
- BAFTA al miglior film
- BAFTA al miglior regista - Stanley Kubrick
- BAFTA alla migliore sceneggiatura - Stanley Kubrick
- BAFTA alla migliore fotografia - John Alcott
- BAFTA alla migliore colonna sonora - Brian Blamey, John Jordan, Bill Rowe
- BAFTA al miglior montaggio - Bill Butler
- BAFTA alla migliore direzione - John Barry
- Directors Guild of America Award 1972:
- Outstanding Achievement in Feature Film - Stanley Kubrick
- Golden Globe 1972:
- Golden Globe per il miglior film drammatico
- Golden Globe per il miglior regista - Stanley Kubrick
- Golden Globe per il miglior attore in un film drammatico - Malcolm McDowell
- Writers Guild of America Award 1972:
- Best Drama Adapted from Another Medium
Altri riconoscimenti
Nel 1999 il British Film Institute l'ha inserito all'81º posto della lista dei migliori cento film britannici del XX secolo.
Colonna sonora
- Il film utilizza brani di musica classica molto conosciuti: di Rossini è utilizzata l'ouverture dal Guglielmo Tell e le note della sua famosa opera La gazza ladra, di Beethoven il secondo movimento e - quale leitmotiv del film destinato a rimanere celeberrimo - il quarto movimento - Inno alla gioia - dalla Nona sinfonia.
- In un'intervista televisiva Malcolm McDowell racconta che l'utilizzo della canzone Singin' in the Rain nel film fu del tutto casuale. Durante le riprese della scena del pestaggio e dello stupro a casa dello scrittore, Kubrick, non riuscendo a girare la scena in maniera convincente, chiese a McDowell di provare a cantare e ballare. McDowell improvvisò "Singin' in the Rain"; Kubrick ne rimase così entusiasta che dopo solo tre ore aveva già acquistato i diritti della canzone.
- Modellato su un romanzo nel quale è già postulata la centralità della musica, convalidata dall'estensione da presenze musicali per circa tre quarti della durata complessiva, Arancia meccanica offre a Kubrick (1928 - 1999) l'opportunità di interrogarsi e proporre spunti di riflessione, proprio, sul valore della musica nella società, sul suo ruolo nella cultura di massa, sulle sue presunte virtù educative così come sugli impulsi "negativi" che, imprevedibilmente, essa riesce invece a coagulare e portare alla luce.
La dimensione dominante di questa colonna sonora è lo sbeffeggiamento, il sarcasmo, l'irrisione e nelle tracce trovano posto la Nona di Beethoven stravolta al synthetizer da Wendy Carlos (1939), maestra in queste trascrizioni poi una versione accelerata, poi, dell'ouverture del Guglielmo Tell rossiniano che commenta la sequenza, accelerata anch'essa, dell'orgia di Alex con le due fanciulle del Chelsea Drugstore, infine, troviamo la Musica per il funerale della regina Maria di Purcell. Il cineasta collega le musiche ad un'espressività musicale, platealmente, negativa e "degenerata" come quella di un rock satanico o ad una qualunque forma d'arte sospettabile di pregiudizio. Kubrick propone una meditazione sulla musica "alta", quella assoluta e intangibile dei Beethoven, Purcell e Rossini, qui dissacrata da atteggiamenti impertinenti, da "baffi alla Gioconda" ben diversi dall'ossequiosa riverenza ad essa tributata in 2001: Odissea nello spazio (1968). Simmetricamente, poi Kubrick trasferisce questa riflessione circa la natura ambigua ed indisciplinabile della musica anche su una pagina ben più recente e leggera, ma anch'essa "esemplare", a suo modo, in termini di morale: la cinematografica e fortunatissima "Singin' in the rain". Il brano viene caricato di valenze bizzarre e sconcertanti, al punto che lo scandalo musicale, e relativi dibattiti con feroci polemiche finiranno per focalizzarsi quasi più su questa popolarissima e virtuosa pagina che sui numerosi capitoli di musica colta di quale il lungometraggio è gremito. Le pagine classiche di Arancia meccanica sono sottoposte all'"appetibilizzazione", procedura che permette l'avvicinamento e la demistificazione del protagonista dalle violenze perpetuate. Proprio quest'ultimo brano compare nell'incipit del film ad accompagnare l'auto rappresentazione di Alex e si ripresenterà in altre sequenze sempre associate al Korova Milk Bar, luogo di ritrovo della banda dei drughi, di cui diventa una sorta di tema associato.
Wendy Carlos
Wendy (all'epoca all'anagrafe Walter) Carlos era reduce nel 1971, anno di esordio di Arancia meccanica, dal successo planetario dei suoi due album d'esordio, Switched-on Bach e The Well-Tempered Synthesizer, nei quali aveva sottoposto pagine bachiane a rielaborazioni puramente timbriche avviando e via via avvalorando il fraintendimento della musica elettronica come "genere" commerciale e di facile godibilità. Carlos si pone a ponte tra rigorosa ricerca elettronica e musica pop: adotta aromi strumentali che dell'elettronica utilizzano l'ampio strumentario, come il sintetizzatore Moog, e non certo i linguaggi sperimentali, oggetti di riforma negli studi fonologici. Il compositore non si spinge oltre ad elementi coloristici ed a suggestioni timbriche, però Kubrick ne resta estasiato dalla capacità della musica di Carlos d'offrire punti di vista proiettati verso un futuro tecnologico, con prospettive d'inquietudine. Le soluzioni proposte da Carlos sembrano offrire a Kubrick un'elettronica moderatamente innovativa tanto da donare nuovi punti di vista, o di ascolto, inediti e non ortodossi su tesi musicali carichi di secoli. Questo modo di fare e di usare la tecnologia, chiamata da Bernardi "progressismo al rallentatore", colpisce il regista inglese, che si fida della tecnologia ma che è segretamente inquieto di fronte a distacchi bruschi dalla terraferma della tradizione. Al primo impatto con il pubblico la presunta lesa sacralità beethoveniana di Arancia meccanica scatena un autentico vespaio finendo per addebitare al film una trasgressività, rivelatasi fittizia.
Timesteps
L'unico brano originale è Timesteps ed è frutto turbinoso della tastiera Moog di Walter / Wendy Carlos; la pagina è stata scritta prima della stesura del film ed è stata ispirata dal romanzo di Burgess (1917 - 1993). Questa composizione la troviamo quando Alex viene sottoposto alla visione forzata di brutalità ed orrori assortiti. In questo passaggio, vengono messe in evidenza le voci trasfigurate dal vocoder dove si dà consistenza fonica alla sgradevolezza del trattamento clinico, trasponendo così in una diversa sfera sensoriale le tormentose conseguenze di quella terapia. Questo brano produce una indefinita e sensibile immedesimazione anche senza che la regia carichi di tinte della ripugnanza, lo spettatore condivide con nausea alle atrocità cui assiste.
Musica classica
Il gioco dei contrari tipicamente kubrickiano, s'innesta soprattutto sull'amore di Alex verso la musica classica: nella distorta visione del mondo e dei rapporti sociali, Beethoven viene assunto come summa di contenuti ed ideologie e come tale attaccato e trasgredito. È possibile tracciare una duplice partizione tra la figura di Alex e la musica. Nella prima, la versione di Alex come "capo drugo", istintivo e pieno di pathos ingovernabile è affidato alle pagine di Rossini, con l'eccezione dell'Andante dalla Ouverture del Guglielmo Tell. Alex ripulito dalle pulsioni violente è associato alle pagine beethoveniane, che nel film troviamo unite alle sue fantasie ad occhi aperti così come alle visioni dei film "terapeutici" sul nazismo.
Beethoven
Le note beethoveniane sono il palinsesto principale su cui poi Kubrick plasma le immagini e gli stacchi di montaggio, come sui dettagli dei crocefissi oltraggiosi di Alex, che seguono pedissequamente le scansioni ritmiche del secondo tempo (Molto vivace). Il significato generalmente connesso alla Nona Sinfonia (ed in particolare al conclusivo Inno alla gioia, ode alla concordia, all'amicizia e all'ordine) viene ribaltato ed il brano finisce per fare da sfondo e da stimolo alle scene di violenza più bestiali. Nella gioia di Alex non troviamo più nulla della gioia ma semmai il suo uso distorto e riscontrabile nelle diverse sequenze in cui il pezzo è utilizzato, associato alle immagini atroci delle parate naziste durante la "cura Ludovico" sia come sottofondo della vendetta di Mr. Alexander.
Rossini
L'ouverture della Gazza ladra assume, fin dall'inizio, la funzione di vero e proprio leitmotiv della violenza: s'ascolta il ritmo danzante e la vitalità di questo brano durante lo scontro con la banda di Billy Boy nel teatro abbandonato, durante il viaggio sulla Durango verso la casa di Mr. Alexander, nella colluttazione con la signora dei gatti o provenire da un posto imprecisato e suggerire al protagonista atti brutali. I rilanci sempre più caricati nel crescendo, l'artificio del ribattuto e la ripetitività tematica, caratteristiche rossiniane, sono qui tutte funzionali con naturalezza ed esattezza di tempi e gesti. Le scene di violenza acquisiscono così un aspetto gioioso e, quasi, liberatorio. L'allegro vivace del Guglielmo Tell, ancora di Rossini, è in versione molto accelerata e ben si sposa in virtù del dinamismo irrefrenabile e della carica ironica che pervade il rapporto di Alex con due ragazze abbordate in un negozio di dischi: qui troviamo l'elemento ritmico del crescendo, progressivamente più frenetico ed incalzante, viene qui spinto ad una esasperata eccitazione emotiva, in sintonia con il visivo, finché il ritmo da martellante si fa sovreccitato, mitragliante, ad evocare l'inesauribilità di energie e l'ingordigia animalesca. L'Andante della Ouverture del Guglielmo Tell, affidato a cinque violoncelli, è pervaso da una atmosfera di rassegnata, dolente meditazione in cui viene ad essere una caricatura sonora di una afflizione teatrale e stucchevole. L'Ouverture to the Sun è un brano dal sapore medioevale, in cui viene molto fuori il tamburello, che viene utilizzato nella prima parte post esperimento, per verificare in pubblico la guarigione dalle pulsioni violente.
Singin' in the rain (Cantando sotto la pioggia, 1952)
Questo brano è reso insostenibile ed oltraggioso dalla combinazione con le immagini del feroce pestaggio; una sintesi inaccettabile, a detta di molti, tanto per la messa in scena traumatizzante per sé che per l'indisponente formulazione audiovisiva. Alex intona, con disumana euforia questa canzone durante l'aggressione ai danni dello scrittore Alexander e di sua moglie, facendo sì che le pause ritmiche del brano siano cadenzate (e sottolineate) "a tempo" dai calci e dalle bastonate che egli sferra ai due malcapitati.
In questo passaggio si riconosce l'ironia kubrickiana giocata sulla contraddizione tra l'evento messo in scena e l'innocenza evocativa: è impossibile non andare con la memoria alle evoluzioni festose di Gene Kelly sotto l'acquazzone. La scena del musical è l'emblema dell'amore e della gioia di vivere; in Arancia meccanica la stessa canzone alimenta e ratifica una lucidità aggressiva, che incanala in senso distruttivo gli impulsi che Kelly aveva risolto in senso positivo. L'analogia tra i due lungometraggi è nella danza: palese quella del musical, quella, nel film di Kubrick, è, invece, una macabra marcia di violenza, le cui movenze sembrano le cadenze di un balletto, seppur brutale. L'uso incongruo ed irriverente della musica che possiamo riscontrare almeno in altre due situazioni: nell'utilizzo di I want to marry a lighthouse keeper (voglio sposare il custode di un faro) di Erika Eigen associato al ritorno a casa di Alex, che è tutto fuorché un'illuminazione e nell'ouverture del Guglielmo Tell (rielaborata al sintetizzatore da Wendy Carlos) di Rossini (1792 - 1868) che accompagna la sequenza dell'orgia, giocata sia visivamente che musicalmente su l'accelerazione. Il gioco grottesco che si innesta è valorizzato dal fatto che il brano è comunemente conosciuto come la "cavalcata del Guglielmo Tell". La revisione attuata da Kubrick, a carico del motivetto di Singing in the rain, è meno eccessiva e stravagante di quanto pare, sussiste in realtà una coerenza, occulta ma ferrea, che è quella dell'antagonismo, inconciliabile solo in apparenza tra i poli del dualismo apollineo / dionisiaco.
Alex è esuberanza animale, energia vitale allo stato puro ed affrancato da codici morali, ma è anche prodotto di una società e di una cultura persuasiva e pervasiva. Nulla di più naturale, quindi, che per un individuo come Alex, formato a dosi energiche di cultura massificata e privo di riferimenti alternativi, l'Inno alla gioia dalla Nona Sinfonia beethoveniana, Sheherazade di Rimskij-Korsakov (1844 - 1908) e Singin' in the Rain coincidano con espressioni di gioia incontrollata. Non sembra sussistere la gratuità logica nella soluzione che affida a Singin' in the rain le truci cadenze del pestaggio: anche i conti della pertinenza sembrano tornare, giacché il giovanotto è prodotto della cultura del suo tempo cui attinge a proposito e sproposito.
Dal momento che la pratica ed il compiacimento della violenza gratuita allontanano emotivamente lo spettatore da Alex, è indispensabile riportare lo spettatore a coordinate più "normali e universali, condivise e condivisibili, quindi Kubrick opta per l'individuazione e valorizzazione di un punto di contatto. Con questa operazione, il cineasta americano sceglie Singin' in the rain e l'Inno alla gioia come punto di contatto tra il pubblico ed Alex, visto che quest'ultimo risulta figlio di un'alterità sociale, queste pagine, infatti, avvicinano il protagonista, attraverso l'accessibilità del linguaggio sonoro, al pubblico (pratica non nuova nei lavori di Kubrick).
La ricerca di capisaldi musicali (e non) di estrema notorietà e di effetto collaudato sono riconducibili anche a quella che Ghezzi chiama "la popolarità della comunicazione", ovvero l'attrattiva ed accessibilità di linguaggi e modelli su cui Kubrick non ha l'abitudine di lesinare e che non disprezza l'impiego di cavalli di battaglia, come in Eyes Wide Shut (1999) con Strangers in the night, impiegati con intenzioni allusive e simboliche.
Censura
Nonostante Kubrick intendesse condannare la violenza invece di fomentarla, lettere minatorie dalla Gran Bretagna arrivarono a Kubrick e alla sua famiglia, tanto da indurre il regista stesso a chiedere e ottenere dalla Warner Bros il ritiro della pellicola dalle sale locali. Nella maggior parte dei Paesi del mondo (Italia compresa) il film fu vietato ai minori di 18 anni e divenne uno dei bersagli preferiti della censura. Anche in Italia il film divise, e il provvedimento di divieto ai minorenni durò fino al 1998, quando una sentenza del Consiglio di Stato lo abbassò ai minori di 14 rendendo così il film utilizzabile anche al piccolo schermo. Per nove anni, né RAI né Mediaset si mostrarono interessate a sfatare quello che da un quarto di secolo era considerato "tabù televisivo": a parte un unico passaggio (1999) nella TV a pagamento (Tele+), Arancia meccanica rimase invenduto fino a quando Telecom Italia Media non ne acquisì i diritti per poi trasmetterlo finalmente in chiaro su La7. Il 25 settembre 2007, preceduto dal documentario La meccanica dell'arancia condotto dal regista Alex Infascelli, il film ruppe questo tabù dopo le ore 22,30 (come previsto per le pellicole vietate ai minori di 14 anni), 35 anni dopo la sua uscita cinematografica. In seguito il film è stato trasmesso da Mediaset su Rete 4 la sera del 26 febbraio 2010, alle ore 23,40.
Differenze fra film e romanzo
Nonostante l'opera di Kubrick sia molto fedele al libro vi sono delle differenze. Eccone alcune:
- Nel film il titolo non è spiegato: nel libro Arancia meccanica è il titolo di un romanzo scritto da Frank Alexander.
- Nel libro le ragazzine con cui Alex ha rapporti hanno solo 10 anni mentre nel film sembrano molto più grandi.
- Lo stesso Alex nel libro è più giovane: mentre nel film dimostra più o meno 18 anni, nel libro ne ha solo 15.
- La prima notte di violenze è molto più lunga ed include molti atti che nel film sono stati omessi.
- Nel film lo scontro con la banda di Billy Boy si conclude con la vittoria di Alex e dei drughi mentre nel libro si conclude in parità.
- Nel libro la donna dei gatti è molto più anziana e non è la proprietaria di una clinica per dimagrire.
- Nel film Alex uccide la donna con una scultura a forma di fallo: nel libro le tira in testa un busto di Beethoven.
- In prigione Alex commette un altro omicidio che nel film è stato eliminato.
- Nel film il personaggio di Pete non è molto rilevante, mentre nel libro parla più spesso e alla fine si scoprirà che ha messo su famiglia.
- Nel libro Georgie morirà durante un colpo organizzato con Pete e Dim, mentre Alex è in prigione e gli altri due si salveranno.
- Nel libro, Alexander non è ridotto ad andare su una sedia a rotelle e non ha una guardia del corpo.
- Nel libro Alexander non riconoscerà Alex perché ha cantato Singing in the Rain. Nel libro infatti Alex si tradisce lasciandosi sfuggire qualche termine del linguaggio dei drughi.
- L'abbigliamento di Alex e dei suoi compagni nel libro è abbastanza diverso da quello del film (ad esempio, Alex non indossa ciglia finte, cappello e non porta un bastone da passeggio)
- Nel libro Alex non ha un serpente come animale da compagnia.
- Nel libro il dottor Branom è un uomo.
- Nel libro è il commissario di polizia a comunicare ad Alex che la donna che lui ha aggredito è morta, nel film è mr. Deltoid a dirglielo.
- Il personaggio di Julian nel libro non esiste.
- Alex, intervistato in età matura, afferma di aver abbandonato la propria indole violenta imputandola ad un vezzo di gioventù.
Nadsat
Per approfondire, vedi la voce Nadsat. |
Il Nadsat è uno slang artificiale derivato dall'inglese con numerose influenze russe. Inventato dallo scrittore Anthony Burgess, è usato da Alexander DeLarge e dai suoi Drughi (dal russo Друг / Друзья: Drug / Druz'ja = amico/i). Lo stesso titolo inglese del film (A Clockwork Orange) sarebbe riconducibile a questa lingua. "Orange" infatti in Nadsat significa "uomo" e il titolo tradotto quindi diventerebbe "Uomo ad orologeria", cioè presumibilmente pronto ad "esplodere" in qualunque momento.
Kubrick e Platone
Da non trascurare l'ipotesi che la "cura Ludovico" costituisca una citazione esplicita dell'allegoria del "Mito della caverna" di Platone, Alex è sostituito agli uomini incatenati e costretti a guardare le ombre proiettate sulla parete dagli artefici, e come l'ipotetico uomo dell'allegoria che venga liberato Alex non è poi in grado di interagire con la realtà esterna e di conseguenza ne diviene vittima.[16]
« È buffo come i colori del vero mondo divengano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo. » | |
(Alex, durante la "cura") |
Infine c'è da considerare che lo spettatore del film vede sullo schermo raffigurata, in maniera allegorica, la sua stessa condizione (anch'egli nella "Caverna" buia a guardare fisso delle ombre sullo schermo) in un infinito gioco di specchi.
Citazioni e riferimenti
- Il barbone malmenato dai Drughi canta la nota ballata irlandese di Molly Malone, una pescivendola ambulante di Dublino, storpiandola volgarmente nell'ultima parte. La canzone è stata tradotta nell'edizione italiana, ma è difficile capire gran parte del testo perché esso si perde nei borbottamenti del barbone.
- Nella scena in cui gli ex-Drughi Dim e Georgie, divenuti poliziotti, scortano Alex in campagna per picchiarlo, Dim ha sulla divisa un'etichetta con scritto "665", Georgie con "667". Alex, essendo in mezzo ai due, è il "666".
- Il campanello a quattro note della casa di Mr Alexander imita il celebre attacco della Quinta Sinfonia di Ludwig van Beethoven, che il compositore sintetizzò con le parole «Così il Destino bussa alla porta».
- I giornali che compaiono nel film riportano la data del 4 maggio 1970. Non si tratta però di un errore ma di un omaggio all'autore del libro da cui il film è tratto.
- Nella scena nel negozio di dischi si può notare al bancone la locandina di 2001: Odissea nello spazio, il film precedente di Kubrick nonché lo stesso regista dietro un bancone.
- Nell'opera autobiografica di James Joyce dal titolo Ritratto dell'artista da giovane, il protagonista viene picchiato da un gruppo di bulli suoi compagni di classe. Il capo dei bulli camminando agita aggressivamente un bastone, proprio come fa Alex. Anche il modo di aggredire la vittima è molto simile a quello di Alex e i suoi compagni.
Citazioni e parodie
- Le scritte murarie nel Korova Milk Bar vengono citate in una scena di un altro bar nel film Trainspotting.
- Nel film del 1998 Batman & Robin, diretto da Joel Schumacher, c'è una citazione quasi "letterale" dal film di Kubrick: durante un inseguimento tra le vie di un quartiere di Gotham City appare una banda di giovani vestiti esattamente come i Drughi; l'unica evidente differenza è che il sospensorio che portano sul basso ventre e le bretelle non sono bianchi come nell'originale, bensì neri.
- Nel film di South Park un trattamento similare al metodo Ludovico viene realizzato con Cartman reo di essere troppo sboccato. Solo che al posto di un condizionamento psicologico gli viene impiantato un chip che gli infligge una scossa elettrica ogni volta che pronuncia una parolaccia. Alla fine del film Cartman sarà in grado di distruggere il chip semplicemente pronunciando una lunghissima serie di improperi.
- Nel film Tenacious D e il destino del rock, Jack Black viene aggredito per strada da una banda di teppisti vestiti (anche se con alcune variazioni nelle maschere e negli accessori) da drughi che scimmiottano gli originali persino nel tono della voce.
- Heath Ledger, in un'intervista sul suo ruolo di Joker nel film Il cavaliere oscuro, ha sostenuto di essersi ispirato all'amoralità del film Arancia Meccanica.
- Nel film Le iene di Quentin Tarantino, il rapinatore psicopatico Mr. Blonde tortura un poliziotto imprigionato in un capannone sfregiandogli la faccia e tagliandogli un orecchio con un rasoio, tutto sotto le note di Stuck in the middle with you. Il regista ha dichiarato in un'intervista di essersi ispirato alla scena di Arancia meccanica dove Alex violenta i due coniugi intonando Singing in the Rain.
- Un omaggio al film è presente nella pellicola Goodbye Lenin: la stessa impostazione di ripresa "a scatti" e la stessa colonna sonora della scena in cui Alex fa sesso con le due ragazze vengono riprese nel momento in cui Alex (protagonista curiosamente omonimo a quello di Arancia meccanica), coadiuvato dal suo amico Denis, rimette i mobili della camera della madre nella disposizione da lei conosciuta al momento di riportarla a casa dopo la degenza dovuta al coma.
- Nel film Halloween - The Beginning di Rob Zombie, la scena del dottore che tiene una conferenza sul suo libro è ripresa dalla scena di Arancia meccanica col primo piano degli occhi di Alex.
- Al film è ispirato il film turco intitolato La gang dell'arancia meccanica del 1974.
- Le pellicole Funny Games ed il suo remake Funny Games - Possiamo iniziare?, entrambe dirette da Michael Haneke, sono ispirate ad Arancia meccanica.
- Nell'episodio Le ragazze vogliono solo sommare della serie televisiva I Simpson, Homer chiede a Marge «se vuole fare un po' di su e giù»: l'espressione era utilizzata in Arancia meccanica dai drughi per indicare il sesso. Sempre in questa puntata, quando Lisa entra nella scuola per ragazzi, sentiamo di sottofondo un tema molto simile al tema che Walter Carlos compose per la pellicola di Kubrick. Inoltre, durante una festa di Halloween, Bart Simpson si traveste proprio da Alex. In un'altra puntata dei Simpson vediamo Lisa fare esperimenti su Bart, mettendo pinze elettricamente cariche su dolci che Bart, dopo aver cercato una prima volta invano di agguantare prendendo la scossa, nel rivederli, allunga le mani verso di essi, come fa Alex dopo la cura verso i seni della ragazza e, come lui, contorcersi a terra agonizzante
- Tra le numerosissime citazioni presenti nella serie televisiva I Simpson, ce n'è una in cui il Signor Burns rieduca il cane di Bart (Il Piccolo Aiutante Di Babbo Natale) utilizzando il trattamento Ludovico. In quella stessa scena, inoltre, il sottofondo musicale è l'Inno alla gioia di Beethoven. Inoltre, nell'episodio Homer lo Smithers, il signor Burns, dopo essere caduto dalla finestra del suo ufficio, si fa imboccare e coccolare dal signor Smithers, smettendo di parlare e aspettando che gli venisse presentando il cibo, proprio come Alex e il Ministro dell'Interno.
- Tra i personaggi della serie televisiva I Simpson si può ricordare la "Gattara" che è una interpretazione ironica dell'"Amica dei Gatti" del libro di Anthony Burgess. Infatti, il carattere della Gattara rispecchia il personaggio da Alex ucciso durante la sua ultima notte di libertà prima che venisse tradito dai suoi cosiddetti "amici", i Drughi.
- In un episodio promozionale degli Happy Tree Friends, cartone animato rinomato per le scene di violenza, Nutty, scoiattolo drogato di zucchero, viene curato dai medici dalla sua dipendenza venendo chiuso in una stanza da manicomio. Dopo una lunga sofferenza per la mancanza di zucchero egli viene rimesso in libertà, pettinato e vestito come Alex una volta finito il lavaggio del cervello. Inoltre, durante la scena della presentazione del nuovo Nutty si sente in sottofondo un accenno a Music for the funeral of Queen Mary, musica che si sente spesso in Arancia meccanica.
- Un cartone della serie Nick Carter vede il trio investigativo alle prese con dei teppisti vestiti esattamente come i Drughi, facenti parte della "Banda della Mela Idraulica". Il detective ironizza sul titolo del romanzo definendosi capo della "Ciliegina ad orologeria"
- Uno spot televisivo francese su una campagna per il consumo di latte vede dei figuranti fare il verso ai Drughi con il proverbiale bicchiere di latte.
- Nell'episodio Intercettatore della sitcom Camera Café, dopo aver pestato il padre di Alex con una mazza da baseball, Luca fischietta Singin' in the rain mentre esce dall'ascensore.
- Nel manga e anime Berserk, c'è un riferimento alla scena dell'aggressione ai coniugi Alexander: dopo essere rinato come Phemt, Grifis violenta Caska sotto gli occhi di Gatsu, ferito e immobilizzato e quindi impossibilitato a reagire.
- Nel videogioco Fatal Fury Real Bout:Dominated Minds il boss finale White è ispirato nel look ai "Drughi".
- Nel videogioco Conker's Bad Fur Day per Nintendo 64, la scena iniziale del gioco è ispirata all'inizio del film. Lo scoiattolo protagonista del videogioco infatti tiene in mano un bicchiere di latte accennando un sorriso tenendo la testa lievemente abbassata proprio come fa Alex nel film.
- Nel video Authority della band Biohazard si può notare che il cantante/chitarrista Billy Graziadei esegue il "Programma Ludovico".
- Il videoclip del singolo The Universal dei Blur, diretto da Jonathan Glazer, è un esplicito omaggio al film di Kubrick. La scenografia è liberamente ispirata alle location del film (soprattutto il "Korova Milk Bar") e il video ritrae i musicisti britannici nei panni dei famosi drughi, con tanto di un Damon Albarn provvisto di ciglia finte e bombetta, proprio come Alex.
- Il video musicale della canzone Never Gonna Stop Me di Rob Zombie è un esplicito omaggio ad Arancia Meccanica. Infatti nel video Rob Zombie è vestito come Alex, mentre gli altri componenti del gruppo sono vestiti da drughi e tutti sono seduti al Korova Milk Bar, con in mano un bicchiere di "Latte Più", e con i piedi poggiati su tavoli a forma di donne nude; inoltre non manca la reinterpretazione della scena della Durango 95, con i Drughi a bordo e Alex al volante.
- Il bassista della cartoon band dei Gorillaz molto spesso indossa vestiti simili a quelli di Billy Boy, in particolare il cappello.
- Nel video di Welcome to the Jungle dei Guns n' Roses, il cantante Axl Rose viene sottoposto alla cura Ludovico.
- Nei video del gruppo punk inglese The Adicts, tutti i componenti della band sono vestiti da "Drughi".
- Nel video di Black n.1, canzone del gruppo newyorkese Gothic metal Type O Negative, si vedono attori vestiti in modo molto simile ai drughi, agitarsi su un albero o sullo sfondo della sala dove il gruppo sta suonando.
- Il gruppo techno-pop anni ottanta Heaven 17, trae il proprio nome da una band immaginaria riportata nella top ten nel negozio di dischi e citati dalla ragazza come "I Celestiali Diciassette".
- Un concept album sull'intreccio del film del gruppo metal Sepultura, ha per titolo A-Lex (2009).
- Il gruppo thrash metal, gli SRL nell'album del 2001 Requiescat In Pace la seconda canzone A Lex è ispirata al protagonista del film.
- Il batterista dei Led Zeppelin, John Bonham, in alcuni concerti nel 1975 indossava un vestito da drugo, bianco con la bombetta nera.
- Il nome Drughi Bianconeri è usato da una frangia della tifoseria della squadra italiana di calcio della Juventus. Il nome originario del gruppo stesso era proprio Arancia Meccanica.
- La nazionale olandese del 1974 allenata da Rinus Michels e capitanata dal fuoriclasse Johan Cruijff, fu soprannominata Arancia meccanica per la tradizionale tenuta arancione.
- La finzione sfora nella realtà con alcuni fatti di cronaca nera a cavallo tra gli anni settanta ed ottanta, i cosiddetti colpi della Banda dell'Arancia Meccanica. Un gruppo di balordi di periferia, tra i quali un ex agente di Polizia ed una guardia giurata, compiva incursioni notturne nelle abitazioni di alcuni VIP romani, sottoponendoli a violenze e sevizie, un gioco che durò fintanto funzionò l'arma del ricatto in cambio dell'omertà. Da questi fatti è stato tratto il libro di Dido Sacchettoni Le notti dell'arancia meccanica e a sua volta un film di Claudio Caligari, L'odore della notte (1998).
- Il Massacro del Circeo dell'ottobre 1975 è stato accostato, anche dai titoli dei quotidiani, al film Arancia meccanica.
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